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2015
Professionisti, imprenditori, politici e sviluppo industriale. La provincia di Brescia tra Ottocento e Novecento
Opere del Museo dell'industria e del lavoro
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G. Schiannini, Professionisti, imprenditori, politici e sviluppo industriale. La provincia di Brescia tra Ottocento e Novecento, Museo dell'Industria e del Lavoro, Brescia 2015


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Un ambiente economico oggettivamente arretrato: tale poteva definirsi quello della provincia di Brescia nel periodo dalla Restaurazione ai primi decenni postunitari. Ma tra la fine del XIX secolo e la Prima guerra mondiale il Bresciano fu teatro di un impetuoso decollo industriale che lo fece annoverare fra i territori maggiormente industrializzati d'Italia. Come era potuta avvenire questa "grande trasformazione", sociale oltre che economica? Il libro, sulla base di una ricchissima documentazione archivistica, ricostruisce questo straordinario processo di industrializzazione attraverso le esperienze di alcuni singolari personaggi, professionisti, politici e imprenditori locali e forestieri. Riemergono così dall'oblio alcune figure imprenditoriali poco note. Come gli svizzeri Hossly e Baebler, i milanesi Galli, Bianconi e Leixel, pionieri dell'industria cotoniera e fondatori, questi ultimi due, nel 1848 della prima vera fabbrica bresciana (il cotonificio di S. Polo), senza dimenticare Ercole Lualdi, rilevatario di quel cotonificio e fervido quanto inascoltato propugnatore dello sfruttamento delle forze motrici idrauliche a scopo industriale. Ancora più interessanti si rivelano le vicende di alcuni intraprendenti professionisti e imprenditori bresciani, veri artefici di uníinedita rivoluzione industriale a livello locale, come l'avvocato Ventura, l'ingegner Bresciani e l'eclettico imprenditore valtrumplino Bagozzi, tutti appartenenti a quella borghesia riformatrice e dinamica che militò politicamente sotto la bandiera di Zanardelli. Questi uomini, grazie anche agli appoggi garantiti dallo statista, seppero trovare il modo di superare il ritardo industriale della provincia, aprendo la via all'insediamento di nuove imponenti imprese nel campo manifatturiero tradizionale e anche in settori del tutto nuovi, che comportarono l'adozione di innovativi processi tecnologici. Emblematici al riguardo, oltre alla nascita dell'industria idroelettrica locale e alla connessa municipalizzazione dei tram e della luce elettrica a Brescia, i casi dell'elettrochimica e della siderurgia. Se l'innovazione non assicurava la buona riuscita delle singole imprese, questo complicato e laborioso percorso di "prove ed errori" smuoveva per così dire le acque stagnanti di un'economia tradizionale e preparava il terreno per imprese più fortunate o meglio condotte. Questi personaggi, con un efficace lavoro di sollecitazione e propaganda che coinvolse amministrazioni pubbliche e privati, crearono il trait d'union tra pubblico e privato, in una felice combinazione d'intenti e risultati che ancora oggi è inevitabile guardare con interesse. Attraverso il caso bresciano, l'autore ci consegna così un'opera preziosa per la storia dell'industrializzazione italiana.