studi e progetti

2011
Musil: nuovi spazi per la sicurezza
In corso
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PREMESSA

Il Progetto "Musil: nuovi spazi per la sicurezza" si colloca nell'ambito della Convenzione siglata tra il Dipartimento di Scienze Giuridiche e la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Brescia, da una parte, la Fondazione Micheletti e la Fondazione Museo dell'Industria e del Lavoro "Eugenio Battisti" (Musil), dall'altra.

Il Musil è articolato in più poli espositivi, dislocati nel territorio bresciano (Brescia, San Bartolomeo, Rodengo Saiano, Cedegolo Valle Comonica). Il patrimonio museale complessivo delle collezioni che fanno capo a Musil consta di più di 3.000 macchine (oggetti industriali del settore cinematografico, televisivo metalmeccanico, tessile, tipografico, con una forte caratterizzazione di reperti dell'industria bresciana e lombarda) e di una vasta mole di materiale documentario.

La Convenzione tra il Dipartimento, la Fondazione Micheletti e Musil si prefigge di realizzare una collaborazione organica volta a valorizzare il reciproco apporto in tutti i campi concernenti il diritto, con particolare riferimento alle problematiche dell'industria e del lavoro; di realizzare congiuntamente iniziative culturali, formative e progetti di ricerca; di incentivare l'attività di studio nelle materie indicate, con taglio multidisciplinare, nonché di divulgare i risultati delle ricerche.

A fronte di tali premesse si è deciso di aprire ad altri interlocutori la fase di progettazione del percorso museale e delle future iniziative formative ad altri interlocutori. In prima battuta, si sono scelti partner presenti nel territorio bresciano, sebbene l'ampio respiro del progetto della Fondazione Musil, sia a livello architettonico che contenutistico, è destinato a far assumere alla sede bresciana un rilievo nazionale, prima esperienza nel suo genere in Italia. Sono stati, così, coinvolti l'Inail – con la quale è in corso di definizione una Convenzione dedicata ai temi qui descritti – l'Aib, la Cgil, la Cisl, la Uil e l'Ordine dei Consulenti del lavoro di Brescia. Un primo incontro interlocutorio presso la Facoltà di Giurisprudenza, tenutosi il 17 marzo 2009, è servito a presentare il progetto di Convenzione tra il Dipartimento e la Facoltà di Giurisprudenza e le Fondazioni. A ciò è seguita una visita, il 30 aprile 2009, alle sedi del Musil di Cedegolo e di Rodendo Saiano.

Nel giugno 2009 si è svolta una visita al Dasa di Dortmund che costituisce un modello e un prezioso punto di riferimento per sviluppare, a più livelli, dall'esposizione alla formazione, il progetto della Sede centrale del Musil. Alla visita hanno preso parte alcuni membri della Facoltà, che afferiscono alla Cattedra di Diritto del lavoro, un rappresentante di Aib e dei Consulenti del lavoro di Brescia. Il 22 giugno 2010 si è svolto un Seminario di confronto tra i soggetti coinvolti, cui si è unito il prof. Ferrante in delega del Dirigente scolastico provinciale. I progetti qui presentati muovono dal proficuo dibattito avvenuto in occasione del Seminario.

Al centro del Seminario vi era l'esperienza dei musei tedeschi, ed in particolare dal Dasa di Dortmund. L'intento dell'incontro non era unicamente quello di fare conoscere questa istituzione, ma piuttosto quello di osservarla nella prospettiva di aprire "nuovi spazi per la sicurezza", come ricordava il titolo del Seminario, nel territorio bresciano, ed in particolare, all'interno del Musil.

I rapporti instaurati negli anni con il Dasa e altre istituzioni museali europee sono collegati ai progetti elaborati dal Musil e dalla Facoltà di Giurisprudenza sulle tematiche legate al lavoro ed all'industria e alla sicurezza. In senso più ampio, però, occorre vedere in questa rete di relazioni tra musei e istituzioni formative un'occasione di scambio e confronto permanente. Il rapporto tra uomo, lavoro e ambiente, nella prospettiva della salute e del benessere, ha conosciuto negli ultimi anni in Europa un importante sviluppo, tradotto in esposizioni ed istituzioni museali. Nell'affrontare questa importante area tematica il museo si è rivelato uno spazio ricco di potenzialità, aprendo a nuove prospettive la riflessione, non solo storica, sul lavoro.

Il museo contemporaneo è una istituzione complessa, che agisce in una pluralità di dimensioni, assolve a diverse funzioni. Molto sinteticamente: conservativa, espositiva, culturale, economica, ma anche estetica, archeologica, ideale. Ognuno di questi aspetti è più o meno sviluppato nella forma e nei contenuti delle varie realtà operanti, ma sono sempre tutti presenti.

Sebbene sarebbe riduttivo affermare che in passato il museo sia stato considerato come uno spazio in cui conservare ed esporre reperti del passato, senza nessuna relazione con il presente e il futuro, tuttavia è proprio su questo terreno che è possibile ravvisare uno scarto nelle nuove esperienze museali che trattano del rapporto tra uomo, lavoro, tecnica e ambiente nel tempo. La proposta del Dasa in questo senso è emblematica, innanzitutto per lo spazio che la riflessione sul futuro occupa nell'esposizione, che lo differenzia nettamente da un tradizionale museo del lavoro e dell'industria, e poi per quella particolare tensione con il presente che anche le sezioni più storiche propongono. Müller Kuhlmann, relatore al Seminario di giugno, ha parlato di "umanesimo" a proposito della prospettiva assunta dal Dasa nella sua esposizione, e nella ricerca che la sottende.



IL MUSEO E LA SCUOLA: UN LABORATORIO DI ESPERIENZE

Un primo terreno concreto di espressione della pluralità di funzioni alle quali può attendere un museo oggi è il ruolo che esso può assumere nella didattica, in collaborazione con scuole. In questo particolare ambito è possibile rifarsi alla esperienza del Museo di Cedegolo Valle Camonica. Ad un anno dalla sua apertura, questo può infatti vantare un relativo successo nel rapporto instaurato con le scuole. Sono stati recentemente presentati, in vista dell'apertura del nuovo anno scolastico, nuovi laboratori, che possono ritenersi l'esito, oltre che di questa breve esperienza e delle sollecitazioni che ha suscitato, della capacità di iniziativa del museo. I laboratori sono indirizzati agli alunni delle scuole elementari e medie, soprattutto a quelli frequentanti le ultime classi, ma si prevede di allargare la fascia di interesse a quelli delle superiori quanto prima. Trattandosi di un museo dell'energia elettrica, si comincia con il fabbricare delle elementari pile e circuiti, capaci di accendere una lampadina, per arrivare a giochi più complessi, sempre inerenti al tema. All'interno di queste esposizione e dei laboratori potranno inoltre essere efficacemente inserite delle riflessioni su rischio e prevenzione del rischio, già a partire dal prossimo anno, con il contributo didattico e scientifico del gruppo di giuslavoristi della Facoltà di Giurisprudenza. Un lavoro analogo potrebbe essere avviato nel corso dell'anno all'interno delle altre sedi operanti del Musil.



LEARNING TO FLY: L'EMOZIONE DELL'APPRENDIMENTO

Tra i temi proposti dall'Ecsite (European Network of Science and Museums) nella sua conferenza annuale, tenuta in questa occasione al Dasa di Dortmund, c'era quello dello "Humour in Science and Science Centers". È sempre più frequente lo studio di forme di comunicazione capaci di veicolare istruzione e conoscenza tramite l'emozione, sia questa l'esito di spettacoli teatrali, gioghi, allestimento di spazi ludico-didattici. Soprattutto, il ricorso a queste forme di comunicazione, riveste una grande importanza quando si tratta di proporre al pubblico ed alle scuole tematiche complesse, anche per la loro drammaticità, che faticano ad incontrare l'attenzione e l'interesse generale. La prevenzione occupazionale ed ambientale, il rapporto uomo, tecnica, lavoro nel tempo, appartengono sicuramente a questa categoria. Nonostante ci sia una generale concordia sulla loro importanza e centralità nella vita dei singoli e della collettività, l'attenzione verso questi aspetti appare superficiale e sporadica al di fuori di quelli che vengono considerati gli addetti al lavoro. Con l'intento di diffondere la cultura della sicurezza, a partire dalle scuole, l'apertura di nuovi spazi per la sicurezza significa anche aprirsi a nuovi linguaggi e forme di comunicazione, che, pur non banalizzando il tema, sappiano cogliere chiavi di lettura "leggere" e tarate sulle sensibilità di soggetti in giovane età. Anche in questo caso è di ispirazione l'esperienza del Dasa che rifiuta l'approccio catastrofista e predilige forme di interazione, immedesimazione in un clima di condivisione e socialità. La finalità è di indirizzare "la sensibilità dei bambini su un tema da grandi".



OBIETTIVI DEI PROGETTI

I progetti di seguito descritti si propongono di realizzare un approccio multidisciplinare tra il tema della cultura della sicurezza e le attività formative che si svolgono nelle scuole, in particolare cercando di creare dei percorsi integrati tra i musei che valorizzino le caratteristiche storico-ambientali che connotano il nostro territorio. I progetti per gli studenti, da realizzare nelle diverse sedi del Musil, sotto la supervisione dei docenti della Facoltà e dei ricercatori del Musil, muovono dall'idea che la cultura della sicurezza debba pervadere la società civile prima ancora che assurgere a obbligo del datore di lavoro e degli altri soggetti della sicurezza e che tutta la comunità debba dare il suo contributo. La cultura della sicurezza è, innanzitutto, cultura della legalità e i giovani devono essere affiancati a questi temi il prima possibile. Il riscontro rispetto a queste iniziative è in genere molto positivo; né è un esempio la campagna "Produciamo sicurezza" ideata dal Muba (Museo dei bambini di Milano) ed organizzata da Confindustria nel corso del 2010 in collaborazione con Inail ed Enel. Nei progetti che proponiamo gli artisti possono impegnarsi per creare, nei diversi livelli delle istituzioni educative, spettacoli (burattini, teatro, musica e danza) che aiutino a formare una cultura attenta e solidale, nei professori e negli allievi, verso i problemi del mondo del lavoro.

Le molteplici finalità del progetto possono essere riassunte nei seguenti obiettivi:

  • Formare una persona sensibile, solidale, creativa, dinamica, aperta ai problemi della comunità, disposta a partecipare nella formulazione delle soluzioni adeguate.
  • Motivare negli insegnanti ed allievi la disponibilità all'uso di nuove tecniche di lavoro per approfondire altre forme di conoscenza.
  • Stimolare le capacità creative e lo sviluppo dell'immaginazione degli insegnanti e degli allievi.
  • Creare una coscienza che permetta di essere attori nel rendere più sicuro il mondo del lavoro.
  • Individuare percorsi di prevenzione e informazione relativi al tema della sicurezza e della salute sul lavoro.
  • Utilizzare il lavoro creativo (teatro, burattini, musica, danza) come mezzo valido di conoscenza e comunicazione.


PROGETTO PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE ELEMENTARI

Si propongono spettacoli di burattini, incentrati sul tema della sicurezza sul lavoro, della durata di 45 minuti circa. La drammaturgia è semplice, festiva, farcita di canzoni e giochi scenici, con spazio alla satira.

Verranno utilizzati burattini di guanto, marionette, maschere e strumenti, nella cornice di un teatrino tradizionale, dove l'attore-burattinaio, recita dentro e fuori, per stabilire una migliore comunicazione col pubblico. Il coloratissimo stile latinoamericano è presente nei burattini e nel costume.

Dopo ogni rappresentazione gli artisti e gli insegnanti possono sollecitare un dibattito tra gli allievi, chiedere che esprimano a modo loro (con brevi pensieri, con disegni) le sensazioni suscitate dallo spettacolo, con la finalità di stimolare e sviluppare lo spirito critico dei giovani.

Durata: 45 minuti circa
Spazio scenico: 6 mq (sala del museo)
Frequenza: 2 a 3 spettacoli a giornata
Numero di spettacoli: 20 repliche
Partecipanti ad ogni spattacolo: 20/25 alunni


PROGETTO PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE MEDIE, SUPERIORI E UNIVERSITARI

Si propone l'esperienza del Teatro Forum.

Lo spettacolo consiste nella messa in scena di situazioni di lavoro quotidiane, con esposizioni a varie tipologie di rischio. Ognuna di queste scene sviluppa un caso concreto, con al centro un conflitto tra ruoli, ragioni, posizioni, tipici di più condizioni lavorative, delle relazioni che le attraversano. Dopo essere state rappresentate una prima volta, le scene vengono riproposte sollecitando il pubblico ad intervenire. Lo spettatore viene invitato a presentarsi, ad esporre il suo punto di vista, quindi a salire sul palco, calarsi nel ruolo in questione e interpretare a sua volta la scena, improvvisando il proprio copione. L'apprendimento passa quindi attraverso l'esperienza, la partecipazione, il gioco delle rappresentazioni e dei ruoli. Lo spettacolo è condotto da attori non professionisti, provenienti dal mondo del lavoro, e può essere allestito a diversi livelli di profondità, a seconda del pubblico al quale è rivolto. La rappresentazione verrà preceduta da brevi comunicazioni in cui si inquadra giuridicamente (con linguaggio semplice) la vicenda, fornendo le nozioni essenziali (chi è il datore di lavoro, quali sono i suoi obblighi, quali sono i diritti dei lavoratori). Tali comunicazioni potrebbero essere affidate proprio a studenti universitari che già hanno affrontato i temi in oggetto (frequentanti del corso di Salute e sicurezza sul lavoro attivo presso la Facoltà di Giurisprudenza di Brescia, tesisti, laureati). Questa scelta ha in sé un obiettivo pedagogico duplice, sia nei confronti dell'uditore che del relatore che si sente responsabilizzato e gratificato nella trasmissione ad altri delle conoscenze acquisite.

Durata: circa 2 ore
Spazio scenico: sala del museo
Frequenza: 2 spettacoli a giornata
Numero di spettacoli: 20 repliche
Partecipanti ad ogni spattacolo: 30/40 alunni


Elaborati del progetto: