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aperto©_2011 _là)(qua - scambio d’arte fra territori alpini

il musil, museo dell’energia idroelettrica organizza il primo evento espositivo del progetto aperto©_2011 _là)(qua scambio d’arte fra territori alpini, una mostra inserita all’interno del museo che parla di acque trattenute, di dighe e della loro storia, di luoghi al limitare della terra, dove il cielo si specchia nei bacini prima di precipitare in magiche trappole a chiocciola, generando energie che si irradiano verso terre lontane.



opening 25 giugno ore 18,30
apertura 25 giugno - 25 settembre 2011
presso musil museo dell’energia idroelettrica Cedegolo (Bs)
gli orari di apertura della mostra coincidono con quelli del museo


Un progetto artistico che nasce dall’incontro tra il musil e il Distretto Culturale di Valle Camonica con la piattaforma là)(qua arte affluente e che prosegue in parallelo nel comune di Lorenzago in Centro Cadore nella rassegna Lorenzagoaperta, con altre produzioni artistiche nate là, sul tema comune dell’acqua.

I due territori si scambiano le opere degli artisti per ritrovare, nella diversità, i tratti comuni dell’abitare montano.

direzione artistica: Direttore artistico Distretto Culturale di Valle Camonica, Giorgio Azzoni _Direttivo la)(qua.

opere esposte:

  • Francesca Conchieri_Paesaggi e pietre temporali installazione - tela gesso e smalti.

    Il soggetto montano è la trasposizione figurativa dei diagrammi realizzati con i dati di malati e infortunati nei cantieri idroelettrici di Valle Camonica negli anni 1950-51. L’idea è restituire un’immagine percettiva di tali dati, fornendo paesaggi riconoscibili in quanto tali. Paesaggi pittorici del tempo e dell’uomo, nei quali l’occhio possa percepire la storia come terra, il tempo come spazio.

  • Diego Mazzaferro_Idra-Idra Elettrica installazione-legno,pigmenti, video-animazione in anamorfosi Audio: Angelo Airò Farulla

    L’apparire dell’animale fantastico, l’Idra catturata sulle cime, ricorda l’irresistibilità del serpente o l’inamovibilità della trappola. La scultura-fiaba costruisce la formula magica di un incantesimo che svela l’intricato processo tecnico, e, sviluppando una benefica energia, dona agli uomini prosperità e progresso. L’installazione è accompagnata da videoanimazioni.

  • Silvio Motta (video) e Vittorio Guindani (audio)_Adamello / il cuore trasparente video installazione

    Il progetto prevede un ambiente scenografico che riproduce il sistema idrico naturale dell’Adamello, insieme al sistema artificiale delle condotte forzate e dei bacini di raccolta: come fosse il sistema circolatorio di un corpo umano in un’atmosfera che vuole emozionare il visitatore. L’anteprima del lavoro prevede la proiezione di un video 3D, con una installazione video.

  • Vito Vecellio_Erto, oltre il Vajont: sassi e vita servizio fotografico - stampa analogica fine-art

    “L’ arte fatta di materia grezza pulsante di vita e di pensiero, ma anche di trasparenze, come le montagne al mattino o un bosco intriso di nebbia, e soprattutto un’arte fatta di vuoto (l’ arte è un vuoto), un’emozione di assenza, un gesto che produce un’ eco fra il pensiero ed il vissuto.” Una selezione fotografica che entra nel cuore della terra e degli uomini.

  • Igor Verdozzi_apophenia servizio fotografico - stampa digitale su tessuto

    Associazioni fotografiche di luoghi visti e immaginati in Valle Camonica all’interno di un viaggio idroelettrico: accoppiamenti visivi e mentali sulle tracce dell’invisibile traccia sulla materia, sui corpi, sul tempo.


acqua e cielo_ sulla terra

là)(qua è un dialogo, nella prossimità della distanza.

La’ e qua, la Val Saviore e il Cadore entrambi luoghi a me cari, due terre che si guardano: passato simile e destino analogo, compresso tra sviluppo e abbandono, affezione e distacco, resistenza e emigrazione, e che lanciano un segnale di apertura a tutti i montani che vivono sotto l’acqua che cade da un cielo comune.

Quel cielo da cui parte il viaggio della goccia d’acqua, raccontato per immagini, storie e saperi nel museo dell'energia idroelettrica; la goccia che, dopo la centrifuga tecnologica nella chiocciola della turbina, diviene per magia una luminosa lampadina.

Quel cielo trafitto dai cavi degli elettrodotti e solcato dalle medesime nuvole, abitato dagli stessi uccelli e dagli stessi fantasmi, carico di pioggia che viene raccolta nel bacino delle valli come un dono, e quando esagera, come una disgrazia.

Valle Camonica e Cadore uniti dalla tragedia, il crollo della diga per il Gleno, lo scivolare della montagna per il Vajont, entrambi prevedibili e accaduti per colpa, solco nella terra e ferita nei cuori ancora aperta: acqua accumulata che arriva forte, non dal cielo ma dalla terra separando e lacerando.

Acqua e aria si fondono nelle precipitazioni e nelle evaporazioni manifestando l’armonia tra terra e cielo. Non esiste un miracolo della tecnica ma ancora trasformazione, di energia in energia. Dove la neve scioglie e le gocce si uniscono nel destino gorgogliante della comunità torrentizia appare la bellezza della natura originaria, il formarsi dell’acqua sulla terra è come un magico disvelarsi della sua essenza nascosta.

A questa origine si contrappone la cattura; la luminosa freschezza scompare nel buio delle condotte per iniziare il viaggio che accenderà la luce di mille apparecchiature, laggiù al fondo del fondovalle, verso le lontane città. La presa che inghiotte l’acqua come una bocca assetata cattura la sua energia per trasportarla giù, nelle macchine rotanti, attraverso un apparato di vene artificiali in ferro: la terra offre, e la tecnica sottrae, trasformando.

La terra per il mondo produttivo è deposito inerte di materia e energia disponibile, per l’arte è fonte di sapienza, alimento di pensiero e antica saggezza. L’arte, realizzata da chi veramente è in grado di abitare, è una potenza originaria. Esplorando le terre alte si è quasi sempre dentro ad un grembo di dura roccia primigenia, scavata dai millenni e silenziosa, immersi nel semplice sottrarsi degli elementi, spaesati dalla mancanza di rifugio ed esposti all’aperto. Qui dove la storia si dirada e la natura diventa forte, raccogliamo sensazioni e idee che gli artisti elaborano in nuove forme, incontrando le nostre storie.

L’arte corre sul filo della memoria, dell’esperienza e dell’intuizione, attraversa spazi aperti, si incrocia e riprende solitaria la propria strada. A volte è materiale, solida e fisica, altre ancora è leggera, impercepibile e veloce come l’energia che corre sui fili. Magnetica ed elettrica come una scossa, leggera e sensibile come una vibrazione. Entra nei margini, scorre negli interstizi e nelle fessure, invade i territori chiusi e si incunea nelle fasce di confine, superando i limiti.
Per farci ascoltare il canto silenzioso della terra.

Giorgio Azzoni, responsabile attività culturali del musil


Questa mostra è dedicata all’umanità e all’ingegno delle persone che hanno lavorato, consapevoli e non, all’epopea idroelettrica: contadini divenuti guardiani, militari divenuti impiantisti, figli di minatori divenuti tecnici, tutti figli di una terra sensibile e difficile.

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