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Musei aperti – Storie idroelettriche

Il musil continua a rendere accessibili collezioni e attività attraverso i propri canali digitali, dando spazio in questo caso al Museo dell'energia idroelettrica di Cedegolo.

Prima di passare alla presentazione dei contenuti messi a disposizione, ricordiamo che è in corso la raccolta di materiali sul lavoro fatto da tanti uomini e donne in questi giorni di epidemia, a partire dal lavoro svolto negli ospedali. Chi volesse condividere la propria esperienza o segnalarci indirizzi o storie, potrà scrivere a: info@musilbrescia.it.




Cominciamo con la costruzione delle centrali idroelettriche e delle relative opere in Valle Camonica: il Fondo Ghislandi è costituito da una raccolta di materiali fotografici e registrazioni di testimonianze a ex lavoratori e rappresentanti sindacali, che provengono da diverse ricerche sul campo, condotte tra il 1982 e il 1987 in provincia di Brescia. Il nucleo principale del fondo è costituito da materiali relativi alla costruzione degli impianti idroelettrici in Valle Camonica tra il 1946 e il 1958.


Per quanto riguarda le persone, le storie di chi ha fatto le dighe e le ha fatte funzionare, il canale YouTube dell'Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Lombardia (AESS REIL), assieme alle storie di pastori, campanari, liutai e tanti altri, raccoglie anche sei interviste da noi raccolte di altrettanti protagonisti dell'idroelettrico in Valle Camonica.


Le voci del lavoro sono al centro anche di La Valle dell'Energia (2013), il documentario di Jacopo Peretti Cucchi e Lucio Besana che ha al centro i minatori della Valle Camonica impiegati nella costruzione degli impianti idroelettrici: nelle loro testimonianze, l'orgoglio del mestiere si mescola al ricordo del costo umano intollerabilmente alto in termini di salute.


Un invito a imparare facendo ci viene dai laboratori online. In Paper Circuit si vedono dei bambini alle prese con i concetti alla base della progettazione di un circuito (circuito aperto, circuito chiuso, corrente elettrica, resistenza) – sono tutte cose replicabili facilmente anche a casa.


Induzione elettromagnetica suona più ostico, ma anche in queste caso si fanno esperienze curiose, divertenti e facili da riproporre in spazi domestici.


Se poi volete vedere il museo come non l'avete mai visto, andate nel sito di RUMUR, il festival di musica elettronica che ha avuto il suo battesimo pochi mesi fa proprio da noi, grazie alle idee, alla competenza e all'impegno del collettivo Idee di Volumi. Una parte del festival ha visto il riuso di una parte della collezione musil di microfoni, mixer e altri strumenti di registrazione e riproduzione del suono. La seconda edizione è prevista in autunno 2020. Prendiamolo come un appuntamento beneaugurante.



A presto!

Lo staff musil

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