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Riccardo Gualino, imprenditore e finanziere piemontese, fondatore della Snia (poi Snia Viscosa).
Sotto,
il complesso industriale e residenziale del cotonificio Leumann a Collegno (Torino), in un disegno del 1911.
A sinistra,
una sala del cotonificio friulano "Gemona Manifatture" fra le due guerre.
Linificio e Canapificio Nazionale, stabilimento di Casalecchio sul Reno (Bologna), sala di pettinatura automatica nel 1923.
Controllo manuale della produzione di fibre artificiali autarchiche negli anni Trenta.

Sotto,
il marchio Snia Viscosa: simboli naturali per produzioni artificiali.
Negli anni fra le due guerre si registra il declino dell'industria della seta ed anche quella del cotone perde posizioni; si afferma invece con forza il settore delle fibre tessili artificiali, prodotte principalmente dalla Snia Viscosa, sotto la guida di un imprenditore versatile come Riccardo Gualino (1879-1964) e poi di Franco Marinotti.
In questo settore l'industria italiana svolge un ruolo molto attivo, che rimanda al favore di cui godrà la chimica durante il Ventennio fascista. Le principali produzioni sono costituite dalla fibra di cellulosa (rayon e bemberg), sotto forma di filo continuo o di fiocco, e dai cascami. Le maggiori società (oltre alla Snia, la Soie di Chatillon, la Società generale della Viscosa e la Seta artificiale di Varedo) formano un cartello che controlla quasi tutta la produzione.
Dopo la seconda guerra mondiale si affermano nuovi tipi di fibre artificiali: le fibre sintetiche (poliammidi, poliesteri, acrilici, ecc.).
Rotativa a cilindri per la stampa di tessuti in uno degli stabilimenti del gruppo De Angeli Frua negli anni Trenta.