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A sinistra, dall'alto:
Enrico Mattei (a destra) con il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, primi anni Cinquanta;

materiale plastico per usi civili pubblicizzato dalla rivista italiana "Materie plastiche" nel 1941;

produzione di pellicola plastica.



Sullo sfondo:
messa in opera del metanodotto Ravenna-Bologna, metà degli anni Cinquanta.
Sotto, dall'alto:
particolare della raffineria di Venezia Porto Marghera;

la raffineria Eni di Cortemaggiore (Piacenza) in un'immagine aerea del 1956.
Dopo la seconda guerra mondiale si verifica il passaggio dalla chimica del carbone, egemone in Germania, a quella dei derivati del petrolio, in cui dominano gli Stati Uniti.
In particolare si registra un'enorme espansione nel settore degli idrocarburi: la scena è dominata dalla figura di Enrico Mattei (1906-1962), che dà nuovo slancio all'Agip, fondata nel 1926, e attraverso l'Eni, Ente Nazionale Idrocarburi, fondato nell'anno 1953, si inserisce nella petrolchimica, insieme all'Edison. Sorgono grandi stabilimenti a Ravenna, Brindisi, Porto Marghera, Mantova, Priolo.
La Montecatini, prima della fusione con la Edison (1966), mette a frutto ricerche risalenti alla politica autarchica del fascismo, quando il chimico russo Maximoff e Giulio Natta (1903-1979) avevano studiato la produzione di gomma sintetica, basata sull'alcool derivato dallo zucchero di barbabietola.
Gli ulteriori sviluppi, sempre dovuti a Natta, che nel 1954 ottenne la prima fibra di polipropilene, consentirono la produzione di diversi tipi di plastiche e fibre. Le scoperte di Giulio Natta, per cui ebbe nel 1963 il premio Nobel, basate sulla possibilità di agire sulle molecole per ottenere nuove sostanze (polimeri), ebbero rilevanti ricadute industriali e commerciali.
Le nuove resine ad alta resistenza trovarono impiego in moltissimi settori come sostituti dei metalli.