Il piazzale d'ingresso, preannuncia il filo conduttore del Museo: l'acqua. Essa scorre su un ampio piano inclinato che simula il fianco di una montagna, delimitando il piazzale antistante l'ingresso. Un balcone panoramico consente un affaccio verso il fiume Oglio legando l'acqua dell’installazione al suo ambiente naturale. Le due grandi lame di ferro dell'insegna e della pensilina ci indirizzano all'entrata.
Il percorso espositivo è concepito come una esperienza multisensoriale e interattiva dove è possibile ascoltare, guardare, toccare e sperimentare per conoscere, comprendere ma anche stupirsi ed emozionarsi.
Gli allestimenti del Museo sollecitano un coinvolgimento totale del visitatore e lo accompagnano nella magica trasformazione di una goccia d'acqua in energia elettrica, con tutte le sue affascinanti coincidenze e conseguenze. Si può infatti seguire il "percorso dell'acqua", dal suo formarsi nell'atmosfera al suo precipitare sulla terra, dal suo condensarsi in ghiaccio al suo raccogliersi nei laghi alpini, dal suo imbrigliamento in dighe artificiali sino all'arrivo nella Centrale Idroelettrica dove si trasforma in elettricità.
All’ingresso del museo un grande atrio ospita l’ingrandimento di una fotografia d’epoca semitrasparente su vetro con la vecchia sala macchine in funzione; al di là di essa si sovrappone perfettamente l’immagine del reale, la sala com'è oggi con la sensazione, acustica e visiva, di essere dentro la vecchia Centrale in produzione.
Segni leggeri di luce illustrano la mappa del Museo e la memoria del territorio, una videoproiezione di filmati di repertorio è dedicata alle storie e alla cultura del luogo.
Dopo l’ampio spazio riservato a guardaroba il visitatore entra nella sala delle sfere, tra terra e cielo, con una doppia videoproiezione su calotte semisferiche contrapposte dedicata ai fenomeni metereologici, evocando suggestivamente il ciclo dell’acqua che rende possibile la vita.
Il passaggio successivo ci introduce nella modernità: l'acqua si raccoglie nei laghi artificiali, raccontati nella stanza delle dighe. Un'installazione multimediale con due proiettori abbinati documenta la loro costruzione e ne descrive forme, caratteristiche, ecosistema. L'allestimento è incentrato in particolare sul tema dei bacini, raccontando l’evoluzione tipologica ed il funzionamento delle dighe e i grandi lavori idroelettrici. Lateralmente, una serie di videoproiezioni evocano, per mezzo di documentari d'epoca e cortometraggi d'autore, dovuti principalmente a Ermanno Olmi, l'epopea dei grandi lavori idroelettrici, la storia della costruzione di impianti, condotte, canali e opere idrauliche, realizzate spesso ad alta quota. Entro due nicchie si sviluppa il racconto del lavoro: dai monitor le immagini dei protagonisti narrano episodi e dettagli del lavoro in miniera, nelle condotte e nelle centrali.
Un grande cilindro di ferro percorribile permette una nuova esperienza sensoriale, sonora e tattile: è la condotta forzata, dove l’acqua viene raccolta e indirizzata alla turbina.
Nell'ex sala macchine della centrale è ricollocato un gruppo turbina-alternatore del 1903, gioielli della scienza e tecnologia italiana dell’epoca, all’avanguardia su scala mondiale. Qui, nella sala della turbina, l'esperienza sonora avvolge il visitatore in modo immersivo e lo coinvolge in una difficile ma fascinosa scoperta. Con l'aiuto di schermi video, attraverso filmati di animazione, vengono svelati i meccanismi di questo sistema complesso che, attraverso l'albero che unisce turbina e alternatore, trasforma il movimento prodotto dall'acqua in elettricità, compiendo il ‘miracolo' della produzione dell’energia. Le narrazioni consentono di comprendere il funzionamento delle macchine, evocando i campi e le forze elettromagnetiche, affacciandoci sui ‘misteri’ dell’elettricità, a loro volta alla base della fisica contemporanea. L'esperienza continua nella zona “elettrica” dove macchinari e strumenti contenuti in teche, attivati con delle torce luminose, narrano la loro funzione; attraverso un sistema in rete di videogiochi, è possibile testare le proprie conoscenze nel campo vastissimo della produzione e utilizzo dell’energia elettrica, vera e insostituibile infrastruttura della modernità.
Chiudono il percorso l'Albero dell'elettricità, formato da un gruppo di tralicci storici e da una grande scintilla di aste luminose e il Bar elettrico, con tavoli illuminati dai diversi tipi di lampadine succedutesi nel tempo, un’altra storia affascinante che, oltre a rivoluzionare la vita quotidiana, si colloca alle origini dell’elettronica.
A seguito di importanti apporti successivi all’investimento iniziale, grazie a progetti di varia dimensione, promossi della Fondazione di gestione e dal Comune di Cedegolo, il Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo è stato dotato di suggestivi spazi per Mostre temporanee. Nella sala macchine è stata allestita per usi plurimi la piattaforma sospesa, utilizzata sia per esposizioni artistiche e didattiche che per proiezioni e concerti. Nel corpo verticale, al terzo piano, l’intero spazio, con vetrate che affacciano verso la strada e l’ampio terrazzo prospicente il corso dell’Oglio, è utilizzabile per mostre, soprattutto di scultura e installazioni d’arte contemporanea, idealmente intitolato all’importante artista camuna Franca Ghitti, cui è stata dedicata una retrospettiva nel 2014, in coincidenza con l’apertura al pubblico di tale spazio.
Di notevolissimo rilievo, e unica nel suo genere, è la sala per mostre temporanee ricavata nell’interrato della ex centrale. Entrando sul lato destro una imponente parete delle fondamenta dell’edificio, interamente in massi di granito dell’Adamello, per esposizioni di pittura e fotografia. A sinistra una saletta per proiezioni, incontri e dibattiti. Di fronte la spaziosa, suggestiva, sala intervallata da grandi pilastri e volte con cemento armato a vista.
Gli spazi funzionali del museo, incentrati sulla didattica sono numerosi e di diverse dimensioni. Sul lato destro dell’entrata, a lato dell’ascensore panoramico che porta alla piattaforma sospesa, è in allestimento uno spazio per i più piccoli, che potrà diventare un kinder museum in miniatura. Con ingresso nel fondo della sala dell’esposizione permanente, lato sinistro, la saletta per conferenze e proiezioni. Nella sala delle sfere è stata realizzata un’installazione, sand box, che consente a utenti di ogni età di creare e modificare, tra virtualità e manualità, bacini orografici, precipitazioni, corsi d’acqua, laghi, all’insegna del gioco e della meraviglia.
Nell’ammezzato, nel corpo verticale dell’edificio, sono collocati alcuni laboratori didattici, alquanto rigorosi, incentrati sui fenomeni dell’elettromagnetismo. Nello spazio soprastante è stato ricavato un locale per consumare viveri e bevande, specie per classi scolastiche; un’ulteriore sala per conferenze, incontri, esposizioni didattiche.
Gli spazi esterni del museo sono anch’essi significativi e articolati. Sul lato entrata è stata realizzata una galleria delle macchine con alcuni reperti molto importanti per la storia della tecnica elettrica, tra cui una grande turbina, un gruppo completo e perfettamente conservato del 1917, una condotta forzata di inizi 900.
Risalendo la Valle Camonica, superato Capo di Ponte, i due versanti si stringono determinando un abbraccio al territorio di fondovalle, che localizza l’approssimarsi di Cedegolo, cuore storico dell’industrializzazione idroelettrica del Novecento.
L’arrivo è preceduto, a breve distanza, dalla presenza di tre insediamenti idroelettrici ancor oggi produttivi che ci introducono alle vicende della grande epopea storica, tecnica, economica e sociale raccontata all’interno del Museo. Si tratta, nell’ordine, della moderna Centrale (di pompaggio) Enel di San Fiorano, della centrale Edison di Cedegolo (progetto dell’architetto Gio Ponti) e della storica Centrale Poglia costruita dalla GEA nel 1911 e ora di proprietà dell’Enel. Giunti all’ingresso dell’abitato si presenta finalmente la grande massa monumentale della Centrale SEB (Società Elettrica Bresciana), stretta tra la statale del Tonale, la ferrovia e il fiume Oglio: un imponente edificio realizzato su progetto dell’ing. Egidio Dabbeni di Brescia, una tra le prime Centrali idroelettriche realizzate in Valcamonica, un esempio pionieristico per il nostro Paese di stile razionalistico-funzionale.
A chi arriva in treno, appena scesi dalla stazione di Cedegolo, si presenta esattamente la situazione illustrata in una cartolina d’epoca: la linea ferroviaria Brescia-Edolo da poco aperta che ‘buca’ la roccia incombente, il fiume Oglio, che qui ha scavato una suggestiva gola, attraversato dal veneziano e storico ponte della Noce e, quindi, la massa algida e geometrica della Centrale Idroelettrica.
La Centrale di Cedegolo, sede del Museo, fu costruita tra il 1909 e il 1910 ad opera della Società Elettrica Bresciana per sfruttare la caduta delle acque derivate in comune di Malonno sul versante orografico destro del fiume Oglio; è passata all'Enel con la nazionalizzazione. Il suo arco di attività va dal 1910 sino al 1962, quando per motivi tecnici è uscita di produzione ed è stata impiegata come magazzino di deposito a servizio del sistema idroelettrico della Valle.
Nel settembre 2000 il Comune di Cedegolo ha acquistato la Centrale dalla SEI S.p.A. (società immobiliare e di servizi del Gruppo Enel) allo scopo di realizzarvi un museo dedicato all'energia idroelettrica. Il Museo è stato realizzato grazie all’ Accordo di Programma dell’11 marzo 2005, finalizzato alla costruzione di quattro poli espositivi a Brescia e nel Bresciano, costituenti il Museo dell’Industria e del Lavoro (musil), facenti capo all’omonima Fondazione. La sede di Cedegolo è stata inaugurata nell’autunno 2008, gli spazi espositivi e funzionali sono stati rinnovati e ampliati con una serie di interventi successivi, con apporti degli enti sottoscrittori dell’Accordo, dell’Unione europea e di Fondazione Cariplo.
Il complesso ex Bresciana si trova all'interno dell'abitato di Cedegolo ed è composto dalla Centrale edificata nello spazio compreso tra la strada statale 42 e il fiume Oglio e da una palazzina per uffici situata sul lato sinistro della strada stessa.
Il corpo centrale è il volume maggiore dell'edificio e negli anni di attività della Centrale era adibito a sala macchine, fornito di turbine, alternatori e strumentazioni di controllo.
Un corpo più stretto a prevalente sviluppo verticale si affaccia sul lato strada ed è suddiviso in quattro piani destinati alla trasformazione dell'energia elettrica. Un corpo a torre si aggancia ortogonalmente alla sala macchine: fungeva da struttura di servizio ed è stato realizzato successivamente. La principale struttura portante è in calcestruzzo armato e si appoggia sui poderosi muri perimetrali che, interrotti da grandi vetrate, appaiono come imponenti pilastri profondi oltre un metro. Su di essi si regge la copertura della sala macchine, costituita da un solaio incrociato a cassettoni chiusi. Lo schema organizzativo e strutturale è chiaro e razionale, impostato simmetricamente rispetto all’asse di ingresso. L'impressione complessiva dell'edificio è severa: i grandi pilastri perimetrali emergono dal piano di fondo della facciata poggiandosi su un basamento in blocchi di granito dell'Adamello lavorati a bugnato rustico, che ne accentuano la monumentalità.
L'edificio appare uniforme e unitario ed esprime efficacemente l'esigenza di serialità e di severità congrua alla Società committente: è un blocco volumetrico cubico e compatto, in ottime condizioni strutturali, che ha consentito una ristrutturazione rispettosa dell’esistente. In data 12 giugno 2003 il Comune di Cedegolo ha bandito un Concorso per la progettazione del recupero della Centrale e la sua riconversione in Museo dell’energia idroelettrica di Valle Camonica: è risultato vincitore del concorso il gruppo di progettazione guidato dall’arch. Claudio Gasparotti.
Il progetto architettonico si confronta criticamente con l'importante edificio industriale, cercando di instaurare con esso un dialogo funzionale e simbolico. Le nuove strutture interagiscono con l’esistente senza mimetismi, poiché risultano autonome e riconoscibili nella forma e nei materiali. Il progetto immette entro l’involucro della centrale lastre diversamente orientate; non volumi delimitati, quindi, ma piani che intersecandosi con le superfici dell’edificio storico determinano spazi flessibili ed aperti. Ciò consente la strutturazione di un interno architettonico concepito come un ambiente urbano entro cui il percorso museale diviene ‘promenade’ architettonica e 'piazza tecnologica'. Le contrastanti proprietà dei materiali utilizzati -la concreta matericità delle strutture di contro alla apparente inconsistenza fisica delle parti trasparenti- sono enunciazione del tema espositivo che, dall’idraulica all’elettromagnetismo, rappresenta sia la visibile fisicità della goccia d’acqua quanto l’invisibile astrattezza dell’elettricità. Questo doppio registro linguistico, interpretato emblematicamente dal gruppo turbina-alternatore collocato nella posizione centrale del Museo, è rappresentativo del progetto e, nella cultura del Novecento, metafora della modernità.
A lavori di restauro completati, l’edificio appare nella sua forma originaria, bianca e austera, come se i suoi cento e dieci anni di vita fossero trascorsi in un lampo: la velocità dell’elettricità, della luce e della modernizzazione.
Dal 2 Aprile al 1 Luglio e dal 5 Settembre al 27 Novembre
Sabato 14:00 - 19:00
Domenica 14:00 - 19:00
Dal 2 Luglio al 4 Settembre
Aperto tutti i giorni 14:00 - 19:00
Gruppi | Visita guidata | Laboratori tecnico/scientifici | 2 attività a scelta (visita guidata + laboratorio, oppure 2 laboratori) | Sala da pranzo |
almeno 11 persone | € 5/persona | € 7/persona | € 10/persona | € 2/persona |
fino a 10 persone | € 55/gruppo | € 77/gruppo | € 110/gruppo | € 22/gruppo |
Dopo aver contattato il museo e concordato la data della visita guidata con il responsabile delle attività didattiche, scaricare il modello allegato, compilarlo e inviarlo all'indirizzo email cedegolo@musilbrescia.it.
Il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico bancario anticipato, da effettuarsi almeno 10 giorni lavorativi prima della visita al Museo: dopo avere effettuato il pagamento, inviare copia del bonifico all'indirizzo email cedegolo@musilbrescia.it.
Il Museo dell'energia idroelettrica si trova a Cedegolo (BS), in Valle Camonica, a circa 1 ora di auto da Brescia in direzione Passo del Tonale.
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Il Museo è situato nei pressi della stazione ferroviaria di Cedegolo, sulla linea ferroviaria Brescia-Edolo. La linea Brescia-Edolo è gestita da Trenord, che offre una tariffa agevolata per ragazzi e uno sconto sui viaggi in comitiva.
Tariffa ragazzi (dai 4 ai 14 anni non compiuti): sconto del 50% sul valore del biglietto ordinario.
Comitive (dai 14 anni in su): gruppo di almeno 10 persone paganti che viaggiano insieme, è previsto uno sconto del 20% sulla tariffa del singolo biglietto adulti (tariffa minima di 1,30 €).
Lo sconto è previsto qualora il gruppo utilizzi i treni appositamente segnalati sull'orario ufficiale Trenord che ammettono le comitive [consulta l'orario ferroviario in formato pdf].
Prenotazione: Per poter usufruire dei servizi dell'Ufficio Comitive è necessario inviare la richiesta di prenotazione almeno 5 giorni lavorativi (feriali) prima della data del viaggio, utilizzando l'apposito Modulo di Richiesta Comitive, che va compilato, salvato sul proprio computer e inviato via Posta Elettronica all'indirizzo comitive@trenord.it oppure via fax al numero 02 85 11 46 20.