Nel 1969, l'anno in cui l'uomo "conquista" la Luna", la Gamma Film di Roberto Gavioli produce e realizza il film-documentario Missione Spazio. Tempo zero.
È costruito con immagini di repertorio statunitensi e sovietiche, alle quali si aggiungono le riprese a colori girate dai primi astronauti sul suolo lunare. La regia è di Roberto Gavioli e di Marcello Bernardi che tessono una storia che si snoda su due filoni narrativi sviluppati con attenzione nel montaggio. Si gioca sul parallelismo tra due storie.
Nella prima - che occupa gran parte del film - si parla della scoperta dello spazio, si mette in evidenza lo sviluppo tecnologico, l'addestramento degli astronauti, il lancio dello Sputnik, l'allunaggio di Armstrong.
Nella seconda si racconta l'evento della nascita, l'attesa della donna che avverte in sé una nuova vita. Il significato è chiaro: dopo milioni di anni l'uomo che affronta lo Spazio modifica il suo rapporto ancestrale con la Madre Terra: è come se nascesse un'altra volta e per l'umanità sta per avvicinarsi il «tempo zero».
Missione Spazio. Tempo zero viene presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia dello stesso anno, riscuotendo un buon successo. Anche la critica scrive:«il montaggio (è) efficace, il racconto spedito e vivo il linguaggio delle immagini».
Nel 1971 riceve la Targa Mifed per la Tv come miglior film dell'anno prodotto per la televisione. Un film per la tv più volte premiato ma che la Rai non manderà mai in onda. La durata del lungometraggio è di un'ora, vi proponiamo ampi spezzoni.