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Dall'alto:

sezione di motore a scoppio Fiat monoblocco per automobili, secondo decennio del Novecento;

trattore marca Landini del 1935;

alternatore verticale "APV" da 1000 kVa di fabbricazione Pellizzari, 1947.
Carro argano a motore elettrico per aratura realizzato dal Tecnomasio Italiano Brown Boveri negli anni Venti.
Dall'alto:

motori "FBM" 160 e 135 in fase di montaggio nei laboratori della ditta Minarelli (Bologna), prima metà degli anni Cinquanta;

cilindri per motori stellari a scoppio, seconda metà degli anni Trenta.
L'abilità tecnico-artigianale nel settore motoristico fu alla base di notevoli percorsi industriali: Giovanni Landini, dal 1910, produce piccoli motori per l'agricoltura, per poi dedicarsi alla produzione di trattori cingolati; i fratelli Cassani, nel 1929, costruiscono un prototipo di trattore a
motore diesel, primo passo della futura Same; ad Arzignano (Vicenza), Antonio Pellizzari si specializza nella produzione di piccoli motori elettrici; in Brianza, Eden Fumagalli costruisce e ripara utensili elettromeccanici, un'attività da cui nascerà poi la Candy.
Nel settore automobilistico, dopo l'epopea delle origini, le leggi della concentrazione economica colpiscono i piccoli costruttori indipendenti; essi conservano un ruolo significativo nell'ambito delle auto sportive e da corsa, mentre numerosi marchi italiani si affermano nel settore motociclistico.
Spirito imprenditoriale e passione per la tecnica, innanzi tutto per i motori, sono le molle che sorreggono, per un lungo periodo, la vicenda delle piccole e medie imprese meccaniche, costrette di volta in volta ad adattarsi ai nuovi paradigmi tecnologici. In caso di successo esse riescono anche a divenire leader a livello mondiale nelle rispettive nicchie produttive.