Sistema Bresciano Musei dell'Industria e del Lavoro

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Civico Museo Etnografico del Ferro. Le Fudine di Malegno

via S. Antonio, 22/A
25043 Malegno (Bs)

Tel. 0364 344485
http://www.comune.ma...

Cooperativa Archeologica Le orme dell'Uomo (Dott. Angelo Fossati) 25040 CERVENO (BS) tel. 0364433983 fax 0364434351 email: fossati@numerica.it

Orari di apertura:

martedì dalle 16.00 alle 18.00

giovedì dalle 14.00 alle 16.00
Civico Museo Etnografico dell’Alambicco
dalle 16,00 alle 18,00

sabato dalle 14.00 alle 16.00
Civico Museo Etnografico dell’Alambicco
dalle 09,00 alle 12,00

sabato su prenotazione dalle 09.00 alle 12.00

 

Il Civico Museo Etnografico del Ferro Le Fudine nasce nel 1998 per volontà dell’amministrazione comunale di Malegno, al fine di offrire uno sguardo storico/antropologico su una delle più tipiche e tradizionali lavorazioni artigianali della Valle Camonica: la ferrarezza. Le fucine di Via S. Antonio sono tra le più antiche in Europa e costituiscono infatti un significativo monumento di archeologia industriale.

L’edificio si compone di due diverse officine: le Fudine de’ Serini e le Fudine de’ Nani, dal nome degli ultimi fabbri che vi lavorarono: la lavorazione tradizionale avveniva fino a pochi decenni fa.

Entrando nell’edificio si è immediatamente attratti dalle caratteristiche architettoniche della struttura, con i suoi splendidi archi ad ogiva.

Il percorso museale si intitola “Ferro: un metallo tra cielo e terra” e porta alla rievocazione dell’immagine del fabbro, esperto delle arti del metallo, giocoliere attento nella combinazione degli elementi di acqua, aria e fuoco. A differenza delle analoghe strutture di Bienno, in questo caso non si è reintrodotta l’acqua nella fucina, che dunque non può essere rimessa in attività: l’intento di questo museo è piuttosto quello di permettere ai visitatori di immedesimarsi, sensorialmente e cognitivamente, attraverso oggetti, immagini e testi, in uno spaccato del mondo dei propri avi.

Nella prima sala si trovano il maglio e la Tina de l’ora, il prezioso marchingegno che permetteva, con una continua insufflazione d’aria, di mantenere vivo ed alto il fuoco dei forni. Tramite una piccola porta si raggiunge il fondo del Museo dove si trovano una ruota e parte di una cesoia, l’enorme ‘forbice’ che, quasi al termine della lavorazione, veniva utilizzata per tagliare le parti in eccesso dei diversi oggetti prodotti. La sala ampia su cui si affacciano questi oggetti è oggi spesso adibita a sala mostre e conferenze, data anche l’intrinseca predisposizione dell’ambiente alla musicalità, alla lettura, alla sonorità e alla luminosità. Ripercorsa a ritroso la prima sala, si raggiunge un secondo locale con due grossi magli, di cui uno perfettamente intero e l’altro incompleto ma dotato di una mola di pietra arenaria. Tramite l’albero, i magli sono collegati a due ruote idrauliche, che si trovano all’esterno dell’edificio lungo il canale, ove un tempo veniva fatta cadere dall’alto l’acqua convogliata del torrente Lanico. In questa stessa sala, su un largo ripiano di pietra, è posta una serie di oggetti: alcuni attrezzi usati per la lavorazione e alcuni strumenti prodotti nella fucina.