Il progetto di uno studio propedeutico alla realizzazione di un sistema territoriale dei musei della tecnica e del lavoro industriale nasce dalla constatazione che, dagli anni '90 ad oggi, si è sviluppato in provincia di Brescia un fenomeno, senza riscontri per intensità con altri ambiti geografici, di recupero della memoria dell'industrializzazione.
L'azione pionieristica della Fondazione Luigi Micheletti, svolta dagli anni '70 in poi, a salvaguardia e studio del patrimonio archeologico-industriale, si è saldata con una spinta spontanea, da parte delle varie comunità, di riappropriazione e conoscenza della propria storia, contrassegnata dall'egemonia di lungo periodo della cultura produttiva manifatturiera. Un tale contesto offre una occasione preziosa per sperimentare un modello di museo-sistema, collegato al Museo dell'Industria e del Lavoro (attualmente articolato su tre poli), in grado di sviluppare un'azione di grande incisività nel campo della diffusione della cultura scientifica, saldando la storia alle frontiere dell'innovazione tecnologica. Lo studio fornisce una panoramica esaustiva dell'esistente e dei progetti in corso.
In rapida sintesi, i settori interessati da esperienze di valorizzazione del patrimonio tecnico-industriale sono i seguenti: ferro, con numerose iniziative in Val Trompia, con la "via del ferro e delle miniere", Val Sabbia e Val Camonica; armi, con epicentro a Gardone Val Trompia (Beretta); carta, con la "valle delle cartiere" sul lago di Garda; marmo, con l'open air di Botticino nel secondo bacino marmifero italiano; tessile e meccano-tessile (Museo Marzoli a Palazzolo sull'Oglio); idroelettrico in Val Camonica; automobilistico con il museo delle Mille Miglia; dell'agricoltura industrializzata (museo di Leno).
Lo studio, portato a termine nell'ottobre del 2005, oltre ad analizzare queste ed altre realtà, consente di individuare le collezioni e la documentazione esistente presso scuole, imprese, privati.